I contagi da Coronavirus in Italia sono in costante aumento, ma c’è un dato che lascia perplessi e soprattutto deve far riflettere. I numeri sono gonfiati?
La seconda ondata di contagio da Coronavirus sembra poter mettere nuovamente in ginocchio l’Italia, tant’è che Lombardia e Campania hanno deciso di istituire il “coprifuoco” per i propri cittadini, affinché vengano evitati assembramenti in due dei territori regionali più martoriati dalla pandemia.
A farne le spese non può che esserne l’economia, in particolar modo quella notturna, con ristoranti, bar e ogni attività commerciale in rivolta, visto che un nuovo lockdown sarebbe fatale per per tutto il paese.
Dal punto di vista dei numeri l’espandersi del contagio sembra però irrefrenabile, anche se sale un dubbio andando ad analizzare i numeri e la modalità in cui vengono effettuati i tamponi.
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Tamponi, si rischia di essere schedati più volte
Quando si effettua il tampone per verificare la positività o meno al Covid19, viene consegnato un modulo che il paziente deve compilare con i propri dati personali. Questa pratica è fondamentale perché se si risulta positivi, si viene inseriti all’interno di un’apposita lista.
Bruno Vespa, intervistando a Porta a Porta il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa, domanda: “A proposito del numero dei tamponi, ci dicono sempre nuovi casi. Però noi sappiamo che quando si va a fare il tampone, con tanti che effettuano il secondo e il terzo, viene dato loro di nuovo il modulo come la prima volta. Ho il sospetto che quello sia considerato ogni volta un nuovo caso”.
A questa domanda, il sottosegretario ha fatto fatica a rispondere, “arrampicandosi sugli specchi“.
Una particolarità che va di conseguenza ad incidere sui numeri, siccome chi risulta positivo al secondo tampone, effettuato dopo i 15 giorni di prassi, verrà conteggiato due volte anziché una.
Tamponi: c’è bisogno di una precisazione sui “nuovi casi”?
Occorre quindi correre ai ripari? Quando alla fantomatica ora 17:00 del pomeriggio vengono forniti i dati giornalieri, nazionali e regionali, in merito ai nuovi casi da Coronavirus, non bisognerebbe fare quindi una distinzione?
Distinguere i nuovi casi, cioè chi è stato per la prima volta sottoposto a tampone ed è risultato positivo, e chi invece è già contagiato e semplicemente non è guarito.
Se venisse quindi data una diversa spiegazione si potrebbero di conseguenza avere dati più precisi, e magari si avrebbe anche una situazione più reale e meno allarmistica della situazione attuale sul territorio nazionale.
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Soprattutto perché al momento, come abbiamo accennato in avvio di articolo, un nuovo lockdown metterebbe il paese in ginocchio dal punto di vista sociale, ma soprattutto economico.
Se infatti la chiusura delle scuole rappresenterebbe un danno per i giovani, la chiusura delle attività porterebbe ad una crisi ancor più incombente di quella che stiamo al momento vivendo.