Assegno di inclusione, gli errori da evitare per ottenere il beneficio

Sono migliaia le domande per beneficiare dell’Assegno di inclusione che sono state respinte: i requisiti e come inoltrare la richiesta.

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Inps, quali errori evitare quando si presenta la domanda per l’Assegno di inclusione (Kronic.it)

Dal 1° gennaio di quest’anno è entrato in vigore l’Assegno di inclusione (Adi), una delle misure economiche stabilite dal governo per sostituire il Reddito di Cittadinanza. Proprio come quest’ultimo, per poter beneficiare del nuovo sussidio si dovrà essere in possesso di determinati requisiti e presentare domanda.

Secondo alcuni dati, oltre 18mila richieste sarebbero state respinte e molti nuclei familiari non sarebbero riusciti ad ottenere l’Adi, circostanza che avrebbe scatenato delle polemiche. Scopriamo quali sono i requisiti richiesti e gli errori da evitare in sede di presentazione della domanda.

Assegno di inclusione, i requisiti e a chi è destinato il sussidio

Euro
Euro (Kronic.it)

L’Assegno di inclusione, secondo quanto stabilito dal Governo, è destinato ai nuclei familiari in difficoltà economica con un Isee annuo sino a 9.360 euro ed almeno un minore, un disabile o un over 60 o con un disagio accertato all’interno del nucleo.

Come presentare la domanda? Se si è in possesso dei requisiti appena elencati, si potrà inoltrare la richiesta compilando l’apposito form nella sezione apposita del sito Inps, oppure rivolgendosi ad un Caf (Centro Assistenza Fiscale). Quando si inoltra la domanda, sarà anche necessario la documentazione relativa che attesti la propria situazione reddituale (Dichiarazione Sostitutiva Unica), in modo da capire se rientri nella soglia consentita, e la certificazione che attesti la disabilità se nel nucleo familiare è presente un disabile.

Proprio per via della mancanza dei requisiti sono state respinte molte domande. Ad oggi, come riporta la redazione de Il Giornale, queste sarebbero oltre 18mila.

Inoltre, dopo la domanda, chi richiede il beneficio dovrà sottoscrivere il Patto di attivazione digitale (Pad) che servirà agli enti per fare una panoramica della situazione familiare. I soggetti, invece, ritenuti “occupabili” di età compresa 18 e 59 anni dovranno sottoscrivere il Patto di servizio personalizzato (Psp) che servirà per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Cosa accade dopo la presentazione della domanda

In seguito all’inoltro della richiesta, l’INPS, provvederà alla verifica dei requisiti e, nel caso in cui tutto sia corretto, il beneficio verrà erogato il mese successivo alla firma del Pad. Se la domanda, invece, non venisse accettata, il richiedente può richiedere, entro 30 giorni dalla comunicazione, un riesame all’istituto di previdenza.

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