La perdita di denaro in pubblicità di Twitter, ad oggi X, non sembra un ostacolo per Elon Musk che ha intenzione di far pagare gli account.
È passato più di un anno da quando Elon Musk ha acquistato ufficialmente Twitter, facendolo diventare ad oggi X, ma le sue intenzioni sembrano non trovare confini. Dopo aver apportato una quantità smisurata di modifiche all’app, condizione che ha generato un forte malcontento in Spagna e altri paesi che minacciano l’abbandono, l’imprenditore è intenzionato a dare un grande valore ad X, guadagnando anche diverso denaro con una congettura alquanto inusuale.
Nel mese tra settembre e ottobre 2022, secondo i dati di Sensor Tower, i primi 10 inserzionisti di Twitter hanno speso 71 milioni di dollari in pubblicità sulla piattaforma. Pochi mesi dopo, la cifra è scesa a soli 66,03 milioni di dollari, con un calo del 7%. A conti fatti, quei 7,6 milioni di euro non sembrano aver in alcun modo smosso l’uomo d’affari, che in mente ha un piano, a suo dire, redditizio.
Tra le numerose modifiche apportate dall’imprenditore, vi è un licenziamento dell’80% della forza lavoro in Spagna, oltre che un azzardo sull’abbonamento a pagamento a Twitter Blue (che ora si chiama X Premium), dove è stato investito più denaro. Tuttavia, la vera chicca per recuperare il denaro perso in questi mesi, sembra essere quella di mettere in vendita alcuni nomi utenti.
A svelare qualche nozione in più è stato Forbes, affermando che X sta sta iniziando a mettere in vendita i nomi di vecchi account che sono in disuso da tempo. A far sorridere però, è anche il prezzo di partenza: $ 50.000, che sarebbero circa € 46.498,25 con il cambio attuale. L’accesso a questi account proviene da un dipartimento all’interno dell’azienda Handle Team, che ha iniziato a lavorare per l’identificazione di utenti registrati che non hanno mai utilizzato la piattaforma. Al momento, ci viene riportato che sono già state inviate alcune richieste a potenziali acquirenti.
Per quanto possa sembrare banale, X non è la prima piattaforma che ha provato a mettere in vendita nomi utenti: a provarci è stata anche Telegram, lanciando aste online sulla blockchain di The Open Network (TON). A quanto pare, entrambi i social network non consentono due account con lo stesso nome, quindi la possibilità di venderli in cambio di denaro sembra essere un doveroso investimento per chi possiede un’azienda e ha questo tipo di necessità.
Infine, onde evitare che X disattivi un account, a seguito delle modifiche della politica degli account inattivi, gli utenti devono accedere almeno una volta ogni 30 giorni.
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