Un’associazione a delinquere che assoldava attori e figuranti per inscenare finti incidenti stradali e ottenere in tal modo risarcimenti importanti. Riuscendo ad intascare milioni di euro nell’arco di quattro anni. Ecco cosa è venuto alla luce
Non una semplice truffa ma un vero e proprio sistema criminale architettato minuziosamente allo scopo di intascare milioni dalle assicurazioni. La vicenda portata alla luce dai carabinieri della compagnia di Roma Centro, che hanno condotto le indagini, ha davvero del surreale: ai vertici del maxi raggiro c’era un’organizzazione criminale che ‘metteva in scena’ finti incidenti per poi richiedere risarcimenti da migliaia di euro.
Il tutto assoldando attori e figuranti che venivano pagati all’incirca 300 euro a sinistro allo scopo di simulare l’incidente e far credere allo sfortunato automobilista che fosse colpa sua. Un sistema talmente studiato ad arte che, come stimato nel corso delle indagini, avrebbe sottratto alle casse delle compagnie assicurative, nel periodo compreso tra il 2018 ed il 2021, almeno due milioni di euro.
Decine di finti incidenti: così truffavano le assicurazioni. I dettagli hanno del clamoroso
Del resto i criminali intascavano una media di 10-20mila euro ad incidente e relativa pratica. L’intera cellula è stata però sgominata con 32 indagati tra i quali anche noti avvocati e medici di Pronto Soccorso che operavano in vari nosocomi di Roma. Secondo quanto emerso dalle indagini infatti i dottori avrebbero certificato gravi, ma non vere, lesioni alle persone coinvolte nei falsi sinistri e l’organizzazione poteva dunque contare su di loro per ottenere referti fasulli da presentare alle compagnie assicurative. Analoga procedura veniva condotta anche per inesistenti danni alle vetture.
Sono dunque scattati quattro arresti (ora ai domiciliari) e, come disposto dal giudice per le indagini preliminari Francesca Ciranna su richiesta della procura della Repubblica, per quattro medici è scattata l’interdizione dallo svolgimento della professione da sei a dodici mesi. Il ‘capo’ della banda era un 77enne, ex perito assicurativo residente a Monteverde, residente nella Capitale e che grazie a questo sistema era riuscito ad accumulare un’ingente quantità di denaro che gli consentiva di vivere nel lusso. Ma non agiva da solo: il suo braccio destro era un 50enne romano, che considerava il suo fidato collaboratore, insieme ad altri due romani di 59 e 29 anni. Che operavano con l’aiuto di quattro medici degli ospedale Sandro Pertini e Santo Spirito e del presidio medico di Fregene. Le altre persone indagate sono i cosiddetti figuranti, che la band reclutava dando loro denaro per inscenare sia l’incidente che i problemi di salute, dal finto colpo di frusta, alle lesioni inventate, fino all’invalidità permanente.
Come operava la cellula criminale: dalla ricerca dei figuranti alla liquidazione del risarcimento
Tutto veniva pianificato nel dettaglio: dalla ricerca degli attori e dei mezzi da coinvolgere alla conoscenza degli orari dei dottori compiacenti. Si passava poi alla messa in scena e alla successiva denuncia dell’incidente tramite Cid. Ne seguivano la perizia del mezzo incidentato e i vari esami medici e le visite medico legali. Ovviamente non mancavano falsi testimoni. Il tutto portava all’attesa liquidazione.
Un vero e proprio sistema di associazione a delinquere che non è stato facile smascherare in quanto, nell’arco di tre anni, i carabinieri hanno dovuto collegare tra loro tutti i vari tasselli del puzzle raccogliendo intercettazioni telefoniche, video e fotografie; accompagnando il tutto da fasi investigative condotte in maniera classica, accertando i primi incontri, in un bar vicino a Piazza Bologna, con l’attore scelto per inscenare l’incidente.
Oltre cinquanta i falsi sinistri accertati prima di procedere con gli arresti ed almeno 250 i soggetti che avrebbero preso parte, chi ripetutamene e chi occasionalmente, pagati tra i 250 ed i 500 euro a seconda del loro ‘ruolo’. I reati contestati sono associazione per delinquere, frodi ai danni di assicurazioni, corruzione.
Articolo di Daniele Orlandi