Dall’orrore della guerra in Ucraina arrivano anche storie drammatiche che hanno del miracoloso. Come accaduto ad un soldato che si è ritrovato con una bomba inesplosa nel petto
È una storia che ha del contempo dell’incredibile e del miracoloso, quella che arriva da un Paese messo in ginocchio dalla guerra. Dagli orrori di quanto l’Ucraina sta vivendo quotidianamente, tra bombardamenti e attacchi via terra da parte dei russi nel tentativo di conquistare un territorio sempre più vasto.
E inevitabilmente, tra centinaia o addirittura migliaia di soldati feriti o uccisi dai colpi del nemico. Ma ci sono anche casi che non paiono neanche reali tanto sono assurdi: proprio come accaduto ad un soldato di Kiev, ritrovatosi con una granata inesplosa nel petto. Una bomba che avrebbe potuto ucciderlo in due modi, o per le ferite provocate o per il rischio di un’esplosione.
La notizia, riportata dalla vice ministra della Difesa ucraina Hanna Maliar, ha fatto rapidamente il giro del mondo: il soldato ferito è stato trasportato d’urgenza in ospedale dove i medici, già sotto pressione per l’alto numero di interventi in una situazione di costante pericolo, hanno messo in atto un’operazione chirurgica destinata ad entrare nella storia e ad essere raccontata, in futuro, nei libri di medicina. La bomba si trovava appena sotto al cuore dell’uomo e, nel corso dell’intervento, sarebbe potuta deflagrare da un momento all’altro.
Ma nonostante questo si sono messi in gioco, rischiando la loro stessa vita, e riuscendo ad estrarla: “Non tutte le ferite nella zona del cuore sono mortali – ha raccontato la viceministra in un post su Facebook – I medici militari hanno condotto un’operazione per rimuovere una granata VOG, che non si è rotta, dal corpo del soldato”. Nel definire l’interva vicenda uno ‘shock’ ha postato anche l’immagine della radiografia che mostra la granata all’interno del corpo del militare, ed una seconda immagine nella quale il chirurgo responsabile dell’operazione tiene parte della granata tra le mani.
Due genieri sono stati chiamati ad essere presenti nella sala operatoria allo scopo di garantire che l’intervento fosse effettuato in sicurezza per i medici. Durante questo tipo di operazioni si utilizza solitamente l’elettrocoagulazione, che consente di controllare le emorragie evitando che possano compromettere la vita dal paziente ma in questo caso i dottori hanno dovuto operare senza questo supporto dal momento che “la granata sarebbe potuta esplodere in qualsiasi momento”. A condurre l’operazione è stato, ha detto Maliar, “uno dei chirurghi più esperti delle Forze Armate dell’Ucraina”. E si è rivelata un successo. Ma “l’operazione” è proseguita anche dopo l’intervento chirurgico.
Il consigliere ministeriale per gli affari interni dell’Ucraina, Anton Gerashchenko ha confermato che, successivamente, i genieri hanno neutralizzato la bomba e ha dichiarato: “Non ci sono mai state operazioni del genere nella pratica dei nostri medici. Penso che questo caso finirà nei libri di testo di medicina”. Il militare è stato successivamente trasferito in riabilitazione dove si trova in condizioni stabili.
Articolo di Daniele Orlandi
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