Dopo quarant’anni in orbita, proprio tra l’8 e il 9 gennaio un satellite impatterà con la Terra. Ecco cosa sappiamo e cosa rischiamo
Sembrano titoli o scene da film apocalittici, quelli in cui le autorità cittadine cercano di svuotare interi quartieri per evitare che l’impatto con un satellite o un meteorite causi una strage micidiale.
Proprio in queste ore, però, è realtà. Tra l’8 e il 9 gennaio, infatti, un satellite che è in orbita da quarant’anni concluderà il suo ciclo e verrà distrutto nell’impatto con la Terra. Lui si chiama Erbs e la sua storia è iniziata il 5 ottobre 1984, quando venne lanciato per studiare le radiazioni sulla Terra, gli aerosol e i gas della stratosfera. Ecco cosa si sa della sua prossima caduta e dei rischi che corriamo.
Il satellite Erbs venne lanciato dallo Space Shuttle Challenger durante la missione STS-41-G dalla base del Kennedy Space Center. Lanciato nel 1984, venne disattivato il 14 ottobre 2005 dopo oltre vent’anni di onorata carriera: secondo i conti e i programmi iniziali, doveva sopravvivere solo due anni. Dal momento in cui è stato disattivato, è in lenta e costante caduta verso il pianeta: nelle prossime ore, impatterà con il suolo terrestre.
L’impatto, secondo gli studi, è previsto per le 4:49 di lunedì 9 gennaio, con un margine di errore molto ampio di circa 13 ore. Questo significa che potrebbe schiantarsi tra le 15:49 di domenica 8 e le 17:49 di lunedì 9. In base alle previsioni di impatto del CORDS, il territorio italiano è poco esposto al rischio di caduta di detriti e così sembra essere per tutto il suolo europeo. A rischio, invece, è tutto il Nord America, il Sud America, l’Africa, il Medio Oriente, l’Asia e l’Oceania.
La NASA ha divulgato un comunicato stampa in cui ha comunicato il peso di ERBS, che si può stimare a 2.4 tonnellate. La sua maggior parte brucerà a contatto con l’atmosfera per ablazione ma si prevede che qualche componente sopravviva al rientro. Per la NASA, il rischio di essere colpiti dai detriti per chiunque sulla terra è di 1 su 9400, ma non è pari a zero.
Nelle ultime ore, il servizio Space Truck della Space Force ha aggiornato la previsione dell’orario di rientro, stabilendolo all’incirca alle 5:25 del 9 gennaio. Se al momento non si hanno ulteriori novità, sicuramente in queste ore gli scienziati e gli esperti del tema stanno cercando di prevedere al meglio gli effettivi rischi di un eventuale impatto: l’allarme, per alcune zone del mondo, è alto.
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