Se nella seconda parte del 2022 abbiamo potuto tirare il fiato, il prossimo anno inizierà malissimo per quanto riguarda i carburanti. Lo scenario
Ci aspettano tempi nuovamente difficili sul fronte dei carburanti. Ricordiamo tutti l’impennata dei prezzi, dalla benzina al diesel, dal gpl al metano, registrata nel 2022 a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina per volere del presidente russo Vladimir Putin. Ma l’allora governo Draghi è intervenuto per cercare di mettere una toppa ad una situazione che stava sfuggendo di mano, applicando uno sconto sui carburanti per consentire ai prezzi di restare entro i limiti di guardia.
Sconto che è stato prorogato diverse volte e che, attualmente è ancora applicato ai prezzi alla pompa, seppur in forma ridotta rispetto a quello di pochi mesi fa. Il governo Meloni infatti ha deciso di prorogare lo sconto sulle accise prolungando quando stabilito dall’ex premier Draghi ma lo ha ridotto riducendo il taglio da 30,5 a 18,3 centesimi. Un processo graduale prima del momento che gli automobilisti speravano non arrivasse mai.
Carburanti, si mette male: cosa accade nel 2023
Dal 2023, purtroppo, cambia tutto: sono le ultime ore per fare il pieno ad un prezzo vantaggioso dal momento che, dal 1 gennaio, lo sconto scomparirà con un incremento massiccio per fare il pieno. Sarà dunque un brindisi ‘amaro’? Pare di sì dal momento che, come stimato dal Codacons, un pieno di carburante potrebbe tornare ad essere un salasso arrivando a costare, in media, fino a 9 euro in più a veicolo ovvero quasi 220 euro in più in un anno. Fortunatamente rispetto a quanto registrato nei mesi scorsi, i prezzi dei carburanti stanno calando e la benzina ha toccato i valori minimi da un anno a questa parte, riportandosi a cifre ‘umane, e attestandosi ad una media di 1,625 euro al litro (dopo essere arrivata a sfiorare i 3 euro senza sconti) e così il diesel, venduto a circa 1,689 euro. Il ritocco all’insù dei carburanti dovrebbe dunque essere ammortizzato da prezzi più accessibili di quelli toccati nel 2022.
Brutte notizie anche sul fronte dei pedaggi autostradali
Ma non è tutto perché un’ulteriore stangata potrebbe arrivare dai pedaggi sulla rete autostradale che, dietro la spinta delle società concessionarie, rischiano di subire aumenti. “In Italia – sottolineano – è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente”. Il ministero competente sta valutando tale richiesta e si teme che, se concretizzata, possa tradursi in un ulteriore salasso per chi è solito spostarsi in autostrada.
Insomma una situazione tutt’altro che rosea alla quale va ad aggiungersi un ultimo punto: ovvero la possibilità che i comuni non applichino la norma relativa alla stabilizzazione del rincaro delle multe per il 2023 insieme allo stralcio automatico, per quanto riguarda il periodo 2000-2015, delle cartelle fino a 1000 euro.
Articolo di Daniele Orlandi