I Jamiroquai hanno caratterizzato la scena musicale degli anni ’90 e primi duemila, poi nel 2017 il silenzio a causa di un tragico evento.
Tra i gruppi che più hanno caratterizzato la scena pop degli anni ’90, c’è senza dubbio quello dei Jamiroquai, capeggiato dal cantante Jason Kay, dotato di un timbro vocale che molto spesso è stato accostato a quello del mitico Stevie Wonder.
Il gruppo britannico nacque nel 1992 su iniziativa dello stesso Jason Kay, frontman e voce della band assieme al tastierista T. Smith. Nel corso degli anni la composizione della band, a eccezione del solo Kay, ha visto cambiare i suoi componenti più di una volta. Dal punto di vista artistico, i Jamiroquai si sono distinti per le sonorità acid jazz, che nel tempo si sono mosse verso il funk, il soul, la disco music e l’elettronica.
Inoltre i loro testi erano molto spesso incentrati su tematiche ambientaliste, anticipando di un trentennio una questione cruciale come quella della salvaguardai del pianeta, argomento entrato in pianta stabile nella cultura di massa. Nel corso della loro carriera hanno sfornato album dei grande successo, fino al 2017, quando il gruppo è stato colpito da un tragico evento.
L’album d’esordio uscito nel 1993 si intitolava Emergency on Planet Earth ed ebbe subito un ottimo successo in Inghilterra, grazie alle sue sonorità soul e funk, arricchite da arrangiamenti jazz, a sostegno di testi che parlavano di temi sociali ed ecologisti. Il tutto bene sostenuto dalle capacità vocali e interpretative di J. Kay, il quel questi giorni ha compiuto 53 anni. L’artista londinese divenne un’icona degli anni ’90 per le sue doti artistiche, per il suo impegno civile, e per il suo grande amore per i cappelli parecchio elaborati, sfoggiati senza sosta nel corso dei concerti, fino a meritarsi il soprannome di ‘cappellaio matto’.
Nel 1994 viene dato alle stampe il secondo disco della band, intitolato ‘The Return of the Space Cowboy’, nel quale compare il singolo Space Cowboy, che divenne in brevissimo tempo un successo mondiale, nonché manifesto ideologico e artistico del gruppo, con le sue atmosfere psichedeliche e i testi che esaltavano i viaggi onirici provocati dall’uso di cannabis, altro argomento tanto caro alla band britannica.
La consacrazione internazionale arriva con il terzo album, ‘Travelling without moving’, uscito nel 1996. Da quel momento in poi i Jamiroquai hanno inanellato una serie importante di successi. Nel 1998 si sino aggiudicati il Grammy Awards per il miglior video con Virtual insanity. Sempre nel 1998 viene pubblicato il singolo Deeper Underground, che farà da colonna sonora al film Godzilla. Il successo di questo brano sarò immediato, tanto scalare le classifiche di tutto il mondo.
Successivamente il gruppo darà alla luce altri cinque album: Synkronized nel 1999, A Funk Odyssey nel 2001, Dynamite nel 2005, Rock dust light star nel 2012 e Automaton nel 2017, abbandonando sempre di più le sonorità acid jazz per dar spazio a quelle elettroniche. Nel 2017 sui Jamiroquai si abbatte la morte prematura del tastierista T. Smith, che all’epoca aveva solo 47 anni, un evento tragico che ha interrotto la realizzazione di nuovi album.
Articolo di Michele Lamonaca
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