Jovanotti, la preoccupazione per la malattia della figlia: “Mi tremavano…”

Jovanotti ha deciso di raccontare il brutto periodo passato per un tumore della figlia. Vediamo cos’ha affermato.

Una vita fatta di successi, di palcoscenici, di romanticismo e gioia da vendere, traumatizzata dalla brutta diagnosi che gli è stata comunicata. Il cantante Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha dovuto affrontare come molti il male del secolo: il tumore. La figlia, di nome Teresa, si è accorta di un linfonodo gonfio e quando si è fatta visitare le è stata confermata la brutta notizia, inerente al fatto che era un linfoma di Hodgkin.

 

Il cantante è un personaggio noto, specie per le sue canzoni pop, che hanno ammaliato il pubblico specie negli anni ’90. Nato nel 1966, a Roma, ha avuto una gioventù fatta di successi, concentrati in uno stile rap e sempre verde, che ha suscitato molta goliardia nel vedere le sue prime apparizioni.

L’album di esordio è stato ‘Jovanotti for president’ ed è uscito nel 1988, fino a trovare un seguito importante nei suoi fan, che sono giunti ad accompagnarlo all’uscita del suo ultimo disco, ‘Oh, vita!’.

Jovanotti testimonial allo Ieo per la lotta contro il tumore: «Mia figlia l’ha sconfitto» https://t.co/vVjtPSttOH pic.twitter.com/LqAczVqjPB

— Corriere della Sera (@Corriere) October 7, 2021

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Jovanotti racconta il periodo di preoccupazione per la figlia

“Sono stati sei mesi veramente brutti’, ha affermato il cantante. “In quel periodo mi tremavano le gambe”, ha detto Jovanotti, in merito alla brutta malattia intercorsa alla figlia Teresa. “Mia moglie e lei hanno avuto una forza impressionante nell’affrontare il problema. Eppure, pensavo di essere io quello più forte”, ha poi aggiunto.

Fortunatamente, dopo molti interventi medici, il brutto male sembra scomparso. “Lei ha ripreso ad andare a scuola” ha poi affermato. “Queste cose vanno affrontate con strumenti evoluti e complessi”, ha detto concludendo.

Il linfoma di Hodgkin sembra sia difficile da prevenire ma, fortunatamente, si può curare. L’80-85% dei casi riscontrati, infatti, è riuscito a superare questa problematica, specie se avviene in età giovanile. La terapia potrebbe anche essere multidisciplinare, in base a vari fattori, potrebbe quindi richiedere l’intervento di più specialisti.