Francesco Moser, è un campione indiscusso, ed ora alla soglia dei 70 anni racconta la sua carriera. Ecco come è diventato famoso
Francesco Moser, prima di divenire noto per essere il padre del celeberrimo Ignazio, ha vissuto una vita colma di successi e di traguardi raggiunti. Per chi non lo conoscesse Moser senior è un campione indiscusso nella sua disciplina. Ma andiamo per ordine.
Francesco Moser ad oggi collezione 279 vittorie in carriera, un Giro d’Italia, un mondiale, tre Roubaix e molto altro: “Penso che una delle cose che mi sono mancate sia stata quella di non aver mai vinto il Tour de France”.
Nella sua ultima intervista rilasciata in occasione del suo settantesimo compleanno, Moser racconta la sua carriera e svela la sua più grande vittoria. Ripercorre ogni successo e svela qualche rimpianto: “Purtroppo ci sono stato solo una volta perché ai miei tempi la parola d’ordine era il Giro d’Italia. Le squadre erano abbastanza ridotte e non si poteva pensare, come oggi, di spostare atleti su una corsa o su un’altra. E per le formazioni italiane la priorità era naturalmente il Giro d’Italia”.
Moser è un ex ciclista che ancora oggi porta avanti l’onore di aver fatto la storia. I settanta anni compiuti da poco sembrano non far parte di lui e così l’ex campione dichiara: “ Che vuole, sto dando l’acqua ai vigneti, è una magnifica serata estiva. “
Moser fu il simbolo del ciclismo ma anche di molto alto: “Erano altri tempi, il ciclismo era uno sport seguitissimo, quasi come il calcio. Oggi le tv gli danno ancora spazio, ma è nulla in confronto agli anni ‘70 e ‘80. Allora c’era più entusiasmo popolare, prima e dopo la corsa stavamo con la gente, in mezzo ai leoni, sa le squadre ci obbligavano. Oggi i corridori sono più coccolati, appena tagliano il traguardo si nascondono dentro al pullman”.
Dall’altro delle sue 279 vittorie il campione spiega cosa fosse per lui il ciclismo e come quest’ultimo è cambiato nel corso del tempo: “Mi permetta, non si possono nemmeno paragonare le vittorie della mia epoca con quelle degli sprinter. Loro fanno una volata di 300 metri, per carità bravi, bisogna anche saperle vincere le volate, certo, ma le nostre erano l’epilogo di circuiti dove uno come Cavendish oggi faticherebbe ad arrivare al traguardo.”
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“Chi è davvero penalizzato, rispetto a noi, sono invece i grandi campioni, che hanno meno occasioni di vittoria. Il ciclismo specializzato di adesso ti costringe a scegliere. Noi correvamo per vincere tutto l’anno, che fossero classiche o grandi giri.
“Non selezionavamo. Facevamo le crono, come le volate, e in montagna ci si difendeva. Oggi chi vince un Giro non sa nemmeno da dove si comincia a fare una volata”.
Oggi l’ex ciclista Moser è un uomo che cerca di stare bene e divertirsi: “Ho passato vent’anni a correre, correvo sempre, sabati e domeniche comprese, non avevo tempo per altro. Oggi cerco in qualche modo di recuperare”, conclude il campione.
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