WhatsApp, decisione clamorosa: uno Stato si impone contro l’applicazione

Una decisione clamorosa sta mettendo a rischio l’applicazione WhatsApp per numerosi utenti. Vediamo nel dettaglio chi è lo Stato coinvolto e il motivo della sua decisione.

Persona al telefono
Persona con un telefono in mano – Getty Images

WhatsApp è l’app di messaggistica istantanea che consente a migliaia di utenti da ogni parte del mondo di restare connessi l’uno con l’altro. Nella classifica stilata su un campione di italiani, risulta essere l’applicazione preferita dagli italiani. Tuttavia, non mancano i problemi.

A inizio di questo nuovo anno l’app ha dichiarato di voler cambiare le regole per la privacy. Il risultato? Un sacco di utenti inferociti, perché sostanzialmente è una clausola vincolante. Se non si accettano le condizioni, gli utenti vengono bannati. Il punto è proprio la condizione che un utente dovrebbe accettare, ossia quella di condividere informazioni a Facebook, app associata facente capo alla società di Mark Zuckerberg, per poter creare inserzioni pubblicitarie ad hoc. Il termine ultimo per accettare questa condizione era il 15 Maggio in tutto il mondo.

Molti hanno deciso molto prima della data di scadenza di virare su altre app, quali Telegram e Viber che non richiedono questa clausola. Tuttavia, ora c’è una importante novità che riguarda uno Stato dell’Oriente. Ecco di chi si tratta.

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India pronta a fare guerra a WhatsApp: ecco cosa sta succedendo

Bandiera India
Bandiera dell’India – Getty Images

Lo Stato dell’India ha deciso di non accettare che i suoi utenti siano bannati dall’app se non accettano la nuova clausola entrata ufficialmente in vigore lo scorso 15 Maggio 2021. Il Governo locale ha inviato una lettera alla società in cui chiede di non limitare le funzionalità agli utenti.

Il problema, in realtà, è più profondo. La nuova clausola va contro le leggi indiane. Nel frattempo, lo Stato si sta attrezzando affinché sia approvato il nuovo Personal Data Protection, che farebbe da scudo alla clausola e impedirebbe alla società di imporla. Un caso simile si è verificato in Europa, dove il Regolamento Generale per la Protezione dei Dati ha impedito, almeno per il momento, che questa clausola fosse effettiva per gli utenti europei.

In attesa di ulteriori aggiornamenti, l’India ha pensato bene di proteggere in qualche modo i suoi cittadini. Vedremo come andrà a finire, anche se si preannuncia una lotta che coinvolgerà molti Stati contrari all’aggiornamento che scenderanno in campo in favore dell’India.

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