Antonello Fassari, il protagonista dei Cesaroni racconta della malattia che lo ha colpito. Ecco i dettagli della vicenda
Antonello Fassari è un attore e regista italiano noto per la partecipazione ad una fiction di successo, I Cesaroni e il personaggio di Ciro Buffoni del film Romanzo Criminale.
Figlio di un avvocato penalista, Antonello si è diplomato all‘Accademia di arte drammatica “Silvio d’Amico” nel 1975 seguendo, un seminario diretto da Luca Ronconi affiancando l’attività teatrale, alla partecipazione in televisione a diversi sceneggiati e varietà tra cui Avanzi, Anni ’50, Al di là delle frontiere, fino ad arrivare alla più nota I Cesaroni che insieme a Claudio Amendola e Max Tortora riscuote un grandissimo successo.
Nell’1984 incide un pezzo rap dal titolo Romadinotte di cui scrive il testo, con una base creata da Danilo Rea, Pasquale Minieri e Lele Marchitelli.
Gli anni 90 sono per Antonello un successo: partecipa al film Il male oscuro con la regia di Mario Monicelli, a seguire Selvaggi ormai un cult del cinema italiano. Dirige anche nei panni di regista, il film Il segreto del giaguaro con protagonista Piotta.
Una delle sue partecipazioni di successo è l’interpretazione di Ciro Buffoni nel film Romanzo Criminale e, a seguire La mossa del pinguino, Suburra nel 2015 film diretto da Stefano Sollima tratto dal romanzo Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.
L’attore ha sofferto di una malattia che le ha causato un momento buio e triste della vita.
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Antonello Fassari ha avuto una grandissima notorietà grazie al successo della fiction I Cesaroni che lo vedono interpretare lo zio Cesare ed è davvero un fan sfegatato della Roma tanto da far un commento su una frase pronunciata durante la fiction e affermare: “Lo sentivo sempre quando, il lunedì mattina, andavo al bar di Monteverde vecchio. Io provengo da lì. Adesso, non è per far polemiche, ma ho scoperto che il mio “che amarezza” è stato usato anche come suoneria telefonica. Da non credere. I ragazzi lo scaricano da Internet, però a me in tasca non è venuto mai niente. Lo stesso è successo con i proventi di tutto il merchandising che la serie ha prodotto: cd, libri, giochi di società, persino un vino, un Frascati, con la scritta che avevo disegnato, guarda caso, proprio io. Per non parlare delle puntate replicate che ormai non si contano nemmeno più. Esiste persino una linea d’abbigliamento in vendita nei Roma Store.”
Fassari ha anche parlato della brutta malattia di cui ha sofferto, l’angina dichiarando: “Sentivo come una carpa che mi mordeva dentro .Ero divorato dalle ansie. Stavo male. Le cure mediche mi hanno salvato la vita. Il libro “Una questione di cuore” di Umberto Contarello ,edito da Feltrinelli, mi ha convinto a cambiare vita. Nel mio caso la malattia, invece di minarmi l’esistenza, è stata una via d’uscita da una condizione di stallo nella quale ero precipitato”.
Oggi Antonello gode del successo e ha superato il momento buio della sua vita, ricorda ciò che gli insegnanti dell’Accademia gli dicevano: “Vedrai che di te si accorgeranno quando avrai 50 anni”. Avevano ragione. Ora aderisco perfettamente al ruolo degli zii, dei fratelli maggiori. Con “I Cesaroni” ,ma anche con “Medicina generale” riparto dalla mia seconda vita”.
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