Un’importante decisione cambierà le sorti del programma Cashback di Stato. Vediamo cosa succederà dal 1 luglio
Per il programma Cashback di Stato sarà decisivo il mese di luglio, il governo è prossimo a prendere delle decisioni importanti che ne decideranno il destino. Intanto il programma resta comunque attivo, al momento si stanno solo valutando dei correttivi per evitare un suo utilizzo improprio. In particolare si stanno studiando delle soluzioni per contrastare il fenomeno dei micropagamenti. Questi vengono effettuati dai cosiddetti “furbetti” per “scalare” le classifiche ed entrare nella fascia dei primi 100mila che utilizzano di più le carte per i pagamenti. Saranno infatti loro succesivamente a beneficiare del “Super Cashback” da 1.500 euro previsto ogni sei mesi.
Il programma prevede tre periodi a partire dal 1° gennaio, della durata di sei mesi ciascuno. Dal 1 gennaio al 30 giugno, il primo semestre, dal 1 luglio al 31 dicembre 2021, il secondo. Infine dal primo gennaio 2022 al 30 giugno dell’anno prossimo, ossia il terzo semestre.
Le ultime notizie riguardanti l’inziativa del Cashback, che ricordiamo ha l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale incentivando le transazioni elettroniche, lasciano intendere che il suo destino per il 2022 sarà piuttosto incerto.
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Stando alle ultime notizie che circolano sul Cashback, dal 1 luglio potrebbe subire un arresto. Il programma che consente il rimborso del 10% sull’importo degli acquisti effettuati con pagamenti elettronici, non sarà finanziato dal piano italiano per il Next Generation Eu da 221 miliardi. Entro il entro il 30 aprile, il piano sarà inviato alla Commissione europea e oggi, 24 aprile, è previsto sul tema un primo Consiglio dei ministri.
Quale potrebbe essere allora il futuro di questo programma anti evasione? Il fatto che non sia rientrato tra le soluzioni finanziabili con i miliardi Ue non significa necessariamente che il suo destino sia già stabilito. Il programma, ricordiamo, è stato fortemente voluto dall’esecutivo Conte, che insieme al Movimento 5 Stelle sono gli unici a difenderlo con convinzione.
Il Governo potrebbe comunque decidere di recuperare i quasi cinque miliardi necessari per finanziare la misura, attingendo ai fondi nazionali. Nel caso decidesse di mantenere in vita il programma, con la prossima legge di Bilancio si potrebbe pensare ad un suo restyling. Oppure, l’esecutivo potrebbe giungere alla conclusione che, vista la mancanza dei fondi europei, sia più opportuno far cadere l’operazione a luglio.
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