C’è divisione nel mondo della politica italiana, sia per le decisioni da prendere sul lockdown, sia su tanti altri aspetti.
La distanza dei vari partiti italiani non è una novità. Oggi però, sembra che la questione sul probabile lockdown nazionale stia spaccando la galassia della politica. Il premier, Mario Draghi, richiama ad “una unione di tutte le parti in causa”, viste le forti differenze di richieste dei vari partiti.
“Non è il momento di dividerci, né di perdere tempo”, dice il presidente del consiglio in una recente dichiarazione. “Servono scelte ragionate e bisogna tentare di tutto”, prosegue. Secondo il leader leghista, Matteo Salvini, “non bisogna chiudere le attività nel week end, ma bisogna aumentare i controlli”, inneggiando alla militarizzazione delle strade.
Sulla linea più flessibile ci si colloca anche il sottosegretario di stato, Pierpaolo Sileri, che afferma come “sia importante scongiurare un lockdown nazionale”. Si dice speranzoso l’ex viceministro alla sanità, rassicurandoci affermando che “a breve vedremo la fine di quest’incubo”.
Il Comitato tecnico scientifico ha da poco riassunto le sue conclusioni. Le misure, che gli esperti chiedono, sono più rigide, ma si cerca di convincere il mondo della politica a scongiurare un altro lockdown. Sembra che le zone gialle, come sono improntate al momento, non siano di gradimento ai nuovi membri.
Oggi, alle 17, si è svolto l’incontro fra gli addetti alla cabina di regia nel governo Draghi. Le loro indicazioni saranno prese al vaglio poi dai governi locali, per arrivare, in fine, a una decisione definitiva.
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Stretta finale per contrastare la pandemia, sopratutto, per bloccare le varianti che sono più rapide nel contagiare e che colpiscono, in maniera grave, anche i più giovani. Si pensa a delle zone rosse più chiuse, di quanto non lo fossero, e a zone gialle con movimenti più limitati, con chiusure nei week end, come nel periodo di natale.
Anche il Movimento 5 stelle è dell’idea che un’ulteriore chiusura totale potrebbe creare danni. Ad ora, il portavoce dell’area più rigorista sembra essere il ministro della salute, Roberto Speranza. L’ex deputato del Pd, scissionista con il partito Articolo 1, era riuscito nel 2020 a placare l’avanzata del virus, portando l’Italia al lockdown totale. Quindi, vorrebbe ripetersi, conoscendo le modalità già attuate nella primavera del 2020.
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