Tutti si chiedono quando si tornerà ad una vita pre-covid. Gli scienziati cercano di rispondere con un modello matematico
E’ Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, a tentare una previsione su quando si potrà ritornare alla normalità. Per arrivare ad una prima stima è stato realizzato un vero e proprio modello matematico dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e la Fondazione Bruno Kessler.
Rezza ha elencato, durante un’audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, una serie di condizioni ipotetiche “necessarie” per poter tornare in 7-13 mesi ad uno stile di vita “prepandemico“. Ha ipotizzato una protezione dall’infezione e non solo dalla malattia, la durata dell’immunità di 2 anni e nessun allentamento del distanziamento. Ancora, ha ipotizzato la vaccinazione di 240mila persone al giorno.
Tutte queste condizioni, stabilite dal modello matematico, dipenderanno dalla capacità di garantire il contenimento dell’epidemia e da un numero di vaccinazioni elevato. Solo così si potranno ottenere i risultati stimati. Rezza ha poi confermato l’aumento della disponibilità dei vaccini nella seconda metà del trimestre 2021. Ha suggerito, inoltre, proattività e organizzazione per mettere in atto un’accelerazione decisiva nella campagna vaccinale.
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“Il nostro Paese ha bisogno di accelerare sulla vaccinazione”, Rezza ha parlato di 300-350mila somministrazioni al giorno necessarie per arrivare alla normalità il prima possibile. Lo sforzo chiesto agli italiani, continua nelle sue dichiarazioni, deve essere commisurato alle speranze di cui i cittadini hanno bisogno. E’ “essenziale contenere le varianti pericolose” e impegnare tutte le forze per evitare di “rincorrere l’epidemia”. Facendo uno sforzo adesso, Rezza sostiene che tra 3-4-7 mesi inizieremo ad avere i primi risultati positivi.
Ritiene inoltre che il piano vaccinale debba essere “flessibile” e che sia necessario riformulare quelle che sono le raccomandazioni ad interim. I lavori continuano al fine di garantire velocità di azione per le Regioni, ieri c’è stata una prima riunione col gruppo tecnico della Commissione salute. Dopodomani, 11 marzo, è prevista la Conferenza Stato-Regioni.
Infine ha parlato di priorità, i genitori di bambini immunodepressi dovranno avere precedenza nella vaccinazione, così come i malati mentali, portatori di handicap e i carcerati. Un argomento, quello delle categorie, che secondo l’esperto è abbastanza complesso e suscettibile di critiche. Quello che resta imprescindibile secondo Rezza è l’accelerazione della campagna vaccinale.
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