Dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, gli italiani si domandano quale sia il futuro del Partito Democratico. Due sono i possibili successori di Zingaretti alla segreteria del partito.
L’addio di Nicola Zingaretti ha sconvolto il già delicato equilibrio in casa PD. Le controversie interne hanno creato una vera e propria spaccatura all’interno del partito che ora si ritrova senza una figura di riferimento in un momento delicato tra piena terza ondata Covid-19 e formazione del nuovo Governo di Draghi.
C’è chi pensa che queste dimissioni siano un pretesto per candidarsi alla carica di Sindaco di Roma, viste le imminenti elezioni comunali nella Capitale. Ma, la maggioranza dei suoi colleghi di partito invita Zingaretti a ripensare alla decisione presa e ritornare sui suoi passi.
Il futuro del Partito che attualmente fa parte anche della maggioranza è ora incerto. Due sono gli scenari che si aprono. Come prima opzione c’è quella del Governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che è riuscito ad arginare la forza politica della Lega alle elezioni del 2020 senza ricorrere all’accordo con il Movimento 5 Stelle.
Eletto in Regione nel 2010 in qualità di Consigliere Comunale, la sua ascesa è significativa. Nel 2014 dopo le dimissioni di Errani, ottiene non senza qualche problema la vittoria alle elezioni regionali. Da quel momento in poi è Governatore dell’Emilia Romagna. Ora, al suo secondo mandato è riuscito a sconfiggere la Lega di Matteo Salvini che era sceso in campo personalmente per sponsorizzare l’esponente leghista Lucia Borgonzoni. Ad oggi, sembra uno dei candidati ideale alla poltrona di successore di Nicola Zingaretti per la forza di aver sconfitto sul campo Salvini.
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Chi sarà il successore di Nicola Zingaretti? Accanto all’ipotesi di Stefano Bonaccini, l’attuale Governatore della Regione Emilia Romagna, si figura un altro scenario, quello che vede salire alla carica di Segretario PD l’attuale Vicesegretario Andrea Orlando. Attualmente Orlando ricopre anche la carica di Ministro del Lavoro nel Governo di Draghi.
La sua carica potrebbe essere decisa dallo stesso Segretario uscente, Zingaretti, che in questo modo promuoverebbe un senso di continuità all’interno del partito. Se da un lato c’è Bonaccini che è sostenuto da sindaci e amministratori, Andrea Orlando, che è a capo della corrente sinistra del partito, i cosiddetti Dem, ha l’appoggio dei piani alti del partito.
Accanto alla sfida Bonaccini – Orlando si prefigura anche una terza ipotesi, seppur remota. Nicola Zingaretti potrebbe essere rinominato perché le sue dimissioni non sono accettate oppure potrebbe cambiare idea, anche se al momento questa ipotesi resta alquanto improbabile, vista la fermezza e determinazione con cui l’ormai ex Segretario PD ha rassegnato le dimissioni.
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