Ieri la conferenza stampa del Governo per presentare il nuovo Dpcm con il Ministro Speranza che ha annunciato novità per le scuole.
Nella giornata di ieri, martedì 2 marzo, i ministri per gli Affari regionali e della Salute, Gelmini e Speranza, hanno tenuto una conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare le nuove misure del DPCM sull’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il nuovo Dpcm entrerà in vigore dal prossimo 6 marzo e scadrà il 6 aprile.
In particolar modo ha destato attenzione la situazione riguardante la scuola e le decisioni per quanto riguarda la didattica in presenza o a distanza.
“C’è stato un confronto con il Comitato Tecnico Scientifico negli ultimi giorni. La vittoria della battaglia sanitaria è la prima mattonella della ripresa italiana. La curva italiana sta dando segni di una pericolosa risalita. Ci sono numerosi varianti, soprattutto quella inglese, ma anche quella brasiliana non è da sottovalutare”: così il Ministro della Salute Speranza che fa intendere che ci saranno delle differenze rispetto al precedente Decreto.
Di conseguenza per quanto riguarda le scuole, in seguito anche alle decisioni di diverse Regioni di tornare alla didattica a distanza, ecco che arriva la decisione tanto attesa. Al Governo infatti, in seguito al confronto col Cts, si è scelta una linea di rigore da per le scuole.
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“Il nuovo decreto punta ad una conservazione di quello ora vigente. Si manterrà la divisione a colori. L’innovazione più rilevante riguarda le scuole: la variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato ad una scelta: in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno chiuse”: una fondamentale novità che tiene insomma conto delle necessità dei presidenti di Regione che hanno richiesto questa modifica.
Mentre, per quanto riguarda le zone gialle e arancioni: “Saranno i governatori a disporre la chiusura, una volta toccata la quota di 250 casi positivi ogni 100mila abitanti“. Si tratta insomma di una vera e propria innovazione siccome fino ad oggi, nonostante i divieti imposti internamente dalle Regioni, il Governo centrale ha sempre puntato sulla didattica in presenza dalla venuta del nuovo anno scolastico.
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