Ci sono dei fans all’interno del mondo politico per il vaccino prodotto in Russia dalla casa farmaceutica Sputnik.
La decisione sui vaccini da utilizzare in Italia è ancora tutta aperta. Lo Sputnik è il vaccino che sta trovando dei fans all’interno di alcuni esponenti politici. Primi fra tutti sono i leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e della Lega, Matteo Salvini.
Il cavaliere, amico di Putin, afferma che il vaccino russo per “gli esperti funziona” c’è soltanto da aspettare la conferma dell’Agenzia europea del farmaco, l’Ema. Il leghista invece si spinge nel marcare”gli errori degli ultimi tempi” da parte del precedente governo.
In precedenza, l’acquisto delle dosi di Sputnik non era permesso, visto che i vaccini approvati dall’Ema sono soltanto quelli delle case farmaceutiche Moderna, Astra Zeneca e BioNTech Pfizer. Ora, dalle dichiarazioni del leader padano sembra ci sia una voglia di rivendicazione nella scelta dei nuovi vaccini in arrivo.
Tra i fans del vaccino Sputnik sembra esserci anche il vicepresidente del senato della repubblica italiana, Roberto Calderoli. Il senatore sembra essere molto critico verso la comunità europea. La critica versa sui buoni risultati ricevuti dai vaccini differenti da quelli approvati in Europa.
Non solo il vaccino russo ma anche quello della Johnson & Johnson sembra essere fra i preferiti del vicepresidente. Quello che non si spiega è la lentezza dell’Ema nell’approvazione di altri vaccini oltre a quelli già approvati.
Secondo questi esponenti di centrodestra, sembra che la distribuzione del vaccino russo abbia già portato benefici in Gran Bretagna, Israele, San Marino e Russia. Proprio sui buoni risultati ottenuti a San Marino dallo Sputnik si sofferma Salvini: “accettiamo le dosi da San Marino e dalla Russia, sarebbe un buon segnale”.
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Ad ora, sono 2,6 miliardi le dosi garantite dall’Unione europea. Sono stati destinati dalla Commissione europea 2,2 miliardi alla COVAX, iniziativa mondiale per la equa distribuzione. In oltre, si stanno consegnando dosi anche ai paesi partner.
Si cerca di superare il problema delle varianti, nate da poco tempo, con la ricerca di nuovi vaccini. A metà febbraio l’Ue ha preparato l’incubatore HERA, cioè il piano del vecchio continente per contrastare le varianti del virus. Saranno uniti nella lotta alle varianti tutte le risorse disponibili, la galassia scientifica, le istituzioni e il mondo dell’industria.
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