A via delle misure per il contenimento della pandemia, il governo decide di far tornare di nuovo l’Italia maggiormente in rosso.
Il problema dovuto al Covid-19 non tende a placarsi. In particolare, l’irrigidimento delle regole, atte a tutelare i cittadini dal contagio del virus, porta di nuovo il paese in una grande zona rossa.
Le attività torneranno ad essere svolte da casa, lì dove è possibile, e sembra sia stato inevitabile il ritorno, in molte zone, alle autocertificazioni. Eppure, nel mondo ci sono paesi vanno avanti con questo caos pandemico anche senza il lockdown.
Mentre l’Italia torna in gran parte in rosso, altri paesi sembra abbiano meno morti anche senza chiusure totali
Alcuni paesi non hanno utilizzato le misure restrittive imposte agli italiani, ma sembra che la mortalità, dovuta al virus, sia anche inferiore alla nostra. L’Italia torna più in rosso, mentre nazioni come il Giappone, la Corea, la Svezia, l’Indonesia e sei stati degli Usa, pur non avendo utilizzato i lockdown, sembrano esser riusciti a preservare la loro economia e la vita di molte persone contagiate.
Il problema italiano pare essere quello delle terapie intensive intasate, cosa che in tanti paesi non avviene. La divisione fra rigoristi e non rigoristi sembra essere alle stelle. Sono molte le persone che si schierano da una parte e dall’altra proponendo dati statistici alla mano. Ovviamente, la corrente dei rigoristi è quella nata dall’esempio di Whuan e sostenuta dal ministro della salute Roberto Speranza.
L’Italia si tinge di rosso, da lunedì in vigore il decreto legge covid https://t.co/UZ0pZ3KEZT
— informazione interno (@infoitinterno) March 13, 2021
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Durante la prima ondata, il modello italiano era un esempio internazionale per la lotta al covid
Lo scorso anno si era riuscita a diminuire l’incidenza del virus con il lockdown nel nostro paese, permettendo agli italiani di tornare a vivere normalmente durante l’estate. Questo vuole essere ripetuto dall’esecutivo e, secondo chi ha preso la decisione delle zone rosse, non ci sono alternative valide.
Dopo la prima ondata del virus, sono state tante le testate giornalistiche internazionali che hanno elogiato la chiusura generale. Il problema è sorto quando nella seconda ondata non si è riuscita ad arrestare la grande mole di defunti causati dal virus.