La vedova di Stefano D’Orazio contro Sanremo: “Era tutto strano”

La moglie di Stefano D’Orazio ha rilasciato alcune dichiarazioni, nelle quali ha rivelato di avere aspettato sveglia fino alle 2 di notte

Stefano D’Orazio (Instagram)

Il Festival di Sanremo è terminato da alcuni giorni, eppure le polemiche continuano ad arrivare. Una di queste è quella mossa dalla moglie di Stefano D’Orazio, ex batterista e cantante dei Pooh, il quale è scomparso lo scorso 6 Novembre.

Per la maggior parte della durata della sua carriera ha fatto parte della band appena citata, per l’esattezza dal 1971 al 2009. Nato a Roma, fin da adolescente si è avvicinato al mondo della musica, acquistando una batteria che suonava ai tempi del liceo.

Con il gruppo ha pubblicato 53 album, con all’interno innumerevoli canzoni, di cui diverse scritte dallo stesso Stefano. Quest’ultimo è stato un musicista completo, infatti oltre al suo strumento sapeva suonare anche il flauto traverso, le percussioni e l’armonica.

 

 

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Per quanto riguarda la sua vita privata, D’Orazio viveva con la sua compagna Tiziana Giardoni dal 2007, sposandola esattamente dieci anni dopo.

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La polemica della moglie di D’Orazio

A seguito della conclusione del Festival, la vedova del compianto membro dei Pooh ha avuto alcune critiche da fare nei confronti della kermesse.

Secondo lei il marito, morto soltanto pochi mesi fa, meritava un tributo durante l’evento, cosa che invece non è avvenuta. “Siamo rimaste con mia mamma davanti alla Tv fino alle 2 di notte. Le dicevo: dai, resisti, che tra poco arriva Stefano”, queste le parole della donna riportate dal sito de “Il Corriere della Sera”.

In seguito precisa: “Non voglio fare polemica né con Amadeus, né con Fiorello, che sono due amici, e neppure con Riccardo Fogli, al quale non spettava farsi carico di questo momento”.

Tuttavia qualcosa non ha convinto a priori Tiziana, la quale continua: “Solo che era tutto strano dall’inizio: avevo ricevuto la scaletta e il fatto che il ricordo per Stefano fosse previsto alle 2 di notte mi sembrava una mancanza di rispetto.

 

 

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Infine, la Giardoni conclude con una frecciatina: “Forse è stato meglio niente, che essere l’ultima ruota del carro…”.

 

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