Ancora alta l’attenzione sull’inchiesta relativa alle mascherine per la protezione civile del Lazio. Spunta il nome del ministro della Salute
L’indagine sta chiarendo la posizione di alcune figure: il romano Vittorio Farina, imprenditore già attivo nel settore dell’editoria, il croato Andelko Aleksic e Domenico Romeo. Tutti risultano indagati, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata. Stanno scontando gli arresti domiciliari.
I tre avrebbero fornito alla protezione civile del Lazio materiale con certificazioni false, per un affare di 22milioni di euro. Dalle ultime rilevazioni sulle intercettazioni compare il nome di Roberto Speranza che, come è giusto specificare, non è coinvolto nell’indagine. L’intercettazione nel mirino dei magistrati mette in luce i contatti che sarebbero serviti a Farina per arrivare a fornire anche la struttura commisariale, all’ora guidata da Domenico Arcuri, non indagato nella vicenda.
Il 27 agosto 2020 Vittorio Farina e l’imprenditore De Santis, finito nell’inchiesta, parlano di ” aspettare che venga fissato un appuntamento” e che “le scuole necessitano di 30 milioni di mascherine al giorno”. Farina continua la conversazione dicendo che, nel caso Luxottica e Fiat non fossero in grado di provvedere alla fornitura, sarebbero potuti subentrare loro. A conferma di questa possibilità dice: “Ho parlato con Arcuri“.
Anche Massimo D’Alema spunta nell’inchiesta, resta comunque estraneo all’indagine. Pare che Farina e De Santis, grande amico di D’Alema, si siano incontrati in Puglia il 17 agosto 2020. Nella residenza dell’amico dell’ex premier, è stata infatti agganciata l’utenza di Farina che lo avrebbe annunciato al telefono.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >> Lockdown nazionale, la politica è più divisa rispetto ad un anno fa
LEGGI ANCHE >> Nel PD salgono le quotazioni di Letta, lui accetterà? C’è una condizione
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >> Casalino nella bufera, rischia l’allontanamento dal movimento?
Farina ricevuto al Ministero della Salute
Nel loro incessante impegno nella commercializzazione di tamponi e altri dispositivi, gli indagati avrebbero trovato il tempo per recarsi al Ministero della Salute. “Sto andando dal ministro” avrebbe detto Farina, “ho un appuntamento con Roberto alle 4 e mezza”. Così esce fuori nelle intercettazioni il nome del ministro Speranza. In effetti il 17 novembre 2020 alle ore 16.30 i finanzieri che pedinavano Farina lo hanno visto entrare nel dicastero di via Venti Settembre.
Non solo il nome del ministro Speranza ma anche quello di un certo “Paolucci” a spuntare dalle intercettazioni. Potrebbe essere Massimo Paolucci, capo della segreteria politica del ministro ed esponente di Articolo 1, il partito di cui il ministro della Salute è segretario nazionale.
In un pedinamento, il giorno prima dell’appuntameto in Ministero, gli investigatori hanno seguito Farina che si dirigeva alla fondazione Italianieuropei presieduta da D’Alema. Maria Cecilia Guerra, sottosegretario all’Economia e membro della direzione nazionale di Articolo 1 fa parte di quella fondazione. E’ un altro nome che sarebbe stato più volte citato nelle conversazioni degli indagati. Anche lei si dichiarà estranea ai fatti.