Non accenna a placarsi il caso Khashoggi con Matteo Renzi che con i suoi comportamenti che rischia di spaccare ancor più la maggioranza.
Il caso Khashoggi anima l’Italia e l’Europa con il principe saudita Bin Salman protagonista in negativo per l’omicidio del giornalista dissidente Kashoggi nel 2018. Infatti, l’intelligence Usa ha fatto sapere come proprio il saudita sia stato ad autorizzare l’attacco. Una notizia che ha destato più di qualche polemica perché, nonostante la notizia, il capo politico di Italia Viva, Matteo Renzi, non si sarebbe distaccato dal personaggio.
In seguito sono arrivate le precisazioni con le parole distensive: “ho condannato tre anni fa quel tragico evento, l’ho fatto anche nelle interviste e su tutti i giornali del mondo. Difendere i giornalisti in pericolo di vita è un dovere per tutti”. Le polemiche non sono però concluse, anzi, l’ex partito democratico rischia di ‘spaccare la maggioranza’.
Il Partito Democratico sul caso Khashoggi
“Renzi chiarisca i suoi rapporti con il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed Bin Salman e tronchi la collaborazione con la fondazione Future Investment Iniziative”: così ha subito accusato il Partito Democratico con Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud, a rendersi protagonista di una richiesta di chiarimento.
“Verificheremo se sia il caso di assumere una iniziativa parlamentare. Si tratta di un tema di sicurezza nazionale ed è utile che un senatore della Repubblica, che ha avuto un ruolo importante nella nascita di questo governo, chiarisca realmente i suoi rapporti”: ha annunciato lo stesso Partito Democratico sulla tematica. Unità quindi da parte del centrosinistra su quanto fare per contrastare Renzi.
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Il M5S su quanto fatto da Matteo Renzi
A pronunciarsi sul caso ci ha pensato Gianluca Ferrara, capogruppo commissione esteri del Senato e componente del Movimento 5 Stelle. “Roba degna del Medioevo, altro che Rinascimento. Mentre Renzi andava in Arabia Saudita a tessere le lodi di un regime assassino, il governo di Giuseppe Conte e la Farnesina guidata da Luigi Di Maio bloccavano ogni vendita di armi verso quello stesso regime. Tra cui le bombe usate in Yemen che Renzi aveva deciso di vendere all’Arabia Saudita nel 2016″.
Un attacco velato potremmo dire anche allo stesso Partito Democratico, in cui militava lo stesso Renzi nel 2016, quando era a capo del Governo come presidente del Consiglio. Ad accentuare quindi una piccola spaccatura interna che potrebbe accentuarsi col passare delle settimane. Con il caso Khashoggi, ed il comportamento di Renzi, a rendere il tutto ancor più complicato.