Il Governo Draghi vuole cambiar strategia sui vaccini con due nomi a tener banco al momento: Arcuri e Curcio, ecco cosa cambierà.
Uno dei temi che più interessa l’Italia in questi mesi è senza ombra di dubbio la campagna di vaccinazioni contro il Coronavirus. Quest’ultima è stata, ed è tuttora, al centro di diverse polemiche.
L’ormai ex premier, Giuseppe Conte, aveva preso la decisione di affidare ad Arcuri l’incarico di occuparsi delle dosi di vaccino. Tale scelta, a distanza di alcuni mesi, pare non aver dato i risultati sperati.
E’ il 5 gennaio 2021 quando Arcuri dichiara: “A noi tocca il 13,46% di dosi“. Inoltre, elogia anche il meccanismo messo in atto: “Tutti i paesi si sono impegnati a non procedere ad acquisti diretti“. Ma queste belle parole non hanno trovato riscontro nei fatti.
Infatti, pare che una dose su quattro rimanga nei frigoriferi. Su 5,2 milioni disponibili le somministrazioni sono state circa 3,7 milioni. Inoltre. Arcuri è stato anche accusato di conflitto di interesse; è la persona che ha la responsabilità del piano vaccinale in Italia e al contempo è Amministratore delegato di Invitalia, ocietà che guadagnerà in termini economici dalla vendita del vaccino Reithera.
A lanciare quest’accusa è l’Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla Scienza e alla Salute: “Arcuri, come responsabile del piano vaccinale, non ha interesse che un vaccino sia più o meno distribuito di altri o che un’azienda che produce vaccini abbia risultati economici migliori rispetto ad altre. Invece, Arcuri Amministratore di Invitalia, investitore di un’azienda produttrice di vaccini, ha interesse che quella specifica azienda abbia successo. Ecco il conflitto d’interesse“.
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Ora le cose potrebbero cambiare. Il nuovo premier Draghi, dopo la dipartita di Angelo Borrelli, ha nominato Fabrizio Curcio come Capo della Protezione Civile. E la prossima mossa è la rimozione anche del commissario Domenico Arcuri, finito nell’occhio del ciclone appunto per il fallimento del piano di vaccinazione. Con il ritorno di Curcio si vuole mettere la Protezione civile al centro della lotta alla pandemia. Curcio è stato alla guida del Dipartimento dall’aprile 2015 all’agosto 2017, quando poi fu costretto a farsi da parte per motivi personali. L’uomo scelto da Draghi vanta di una lunga carriera nella gestione delle emergenze.
Una certezza pare però che Domenico Arcuri non gestirà più la campagna vaccinale italiana. Draghi ha sottolineato la necessità di mettere in campo proprio tutto ciò che c’è a disposizione per fare presto. “Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tampon. Imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi. La velocità è essenziale“: così il premier ad aprire un nuovo corso che vede di conseguenza al ‘comando’ Curcio per provare a dare una sterzata sul fronte vaccini.
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