Il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, decide di chiudere le scuole nella regione, bypassando le direttive governative.
In Campania, lo scontro tra la regione, presieduta da De Luca, e il governo ha un campo di battaglia ben definito: le scuole. Il presidente ha decretato la chiusura delle scuole per il primo marzo e sembra le voglia tenere chiuse fino a dopo Pasqua.
La notizia è arrivata dalla pagina ufficiale della Regione Campania il 26 febbraio. La paura è che ci sia un cluster anche fra i giovani frequentanti. L’idea è quella di fare, prima di un’eventuale ritorno fra i banchi, la vaccinazione al personale scolastico. Ovviamente, non hanno tardato ad arrivare le critiche da più parti, prima fra tutte quella del Coordinamento scuole aperte.
“Aspettiamo l’ordinanza per poi capire come agire”, spiega un’attivista dell’associazione nata per favorire la frequenza nelle scuole. Molto probabilmente, sarà il Tar ad esplicare se la decisione del ritorno alla didattica a distanza è stata attuata nel rispetto delle regole.
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In questo periodo di pandemia, sono state tante le regioni che hanno cercato di non seguire alla lettera le indicazioni del governo. In questo caso, sembra che la Regione Campania voglia proprio aprire uno scontro istituzionale con l’esecutivo nazionale.
Il Tribunale amministrativo regionale, già una volta, ha bocciato le decisioni del presidente della Regione Campania, indicandogli la retta via scritta nel Dpcm del 14 gennaio. De Luca sembra però andare per la sua strada e, ringraziando durante la diretta Facebook il personale scolastico, decreta l’ennesima chiusura delle scuole nella regione.
Non ha peli sulla lingua il dottor Vincenzo Buono che individua la motivazione di questo scontro, fra De Luca e il governo, nella candidatura dei sottosegretari a Palazzo Chigi: “visto che il figlioletto non ha ottenuto la carica, lui decide di non seguire le direttive dell’esecutivo”.
Il Coordinamento scuole aperte comunica che proprio ultimamente, il 24 febbraio, la Corte costituzionale si è pronunciata in difesa dello stato nella contesa fra la regione veneta e il governo: “non spetta alle regioni, ma all’esecutivo, decidere le misure per il contenimento della pandemia”. Essendo questa una situazione di emergenza a livello internazionale, nessuna legislazione attuata dalle regioni può sormontare quella del governo centrale.
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