Dopo la fiducia ottenuta ieri da Draghi al Senato senza troppe difficoltà, per l’ex presidente della Bce oggi c’è il test alla Camera.
Per Mario Draghi nella giornata di ieri il successo è stato largo con ben 262 favorevoli al Governo con la sua guida mentre solo 40 voti contro. Si tratta di un punteggio molto largo, contando che ne sarebbero bastati 101 in meno per la maggioranza.
Oggi invece c’è un nuovo test fondamentale per l’ex presidente della Bce che si presenta alla Camera, forte del voto di solo 24 ore fa al Senato e soprattutto della fiducia della maggior parte dei partiti politici presenti. Intanto però tiene banco la questione riguardante il Movimento 5 Stelle.
Draghi ed i ‘no’ del Movimento 5 Stelle
Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha promesso sanzioni a chiunque abbia votato contro la fiducia al premier. Tra i ‘no’ e gli assenti di ieri, il totale dovrebbe arrivare all’incirca sulle 30 persone. Tutte quindi dentro l’occhio del ciclone che sarebbero già state allontanate. Una decisione che ha portato scetticismo intorno ai pentastellati che non attraversano un bel periodo.
La spaccatura creatasi dopo il voto sulla piattaforma Rousseau sembra infatti insanabile. Intanto però il premier Draghi dopo la fiducia ottenuta al Senato ha affermato: “L’unità non è un’opzione, è un dovere”.
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Oggi test fondamentale alla Camera
Se la fiducia a Draghi non sembra per nulla in discussione neanche per quanto riguarda la giornata di oggi, fanno molto discutere le dichiarazioni di Matteo Salvini, leader della Lega. Quest’ultimo ha infatti annunciato che a breve ci saranno delle nuove entrate all’interno del partito di centro destra. Una notizia che fa pensare che potrebbero esserci volti nuovi provenienti dal Movimento 5 Stelle.
E proprio i pentastellati potrebbe nuovamente catalizzare l’attenzione con la forte possibilità che ben venti deputati del Movimento 5 Stelle votino ‘no’ alla fiducia. Un nuovo polverone si alzerebbe attorno a Di Maio e Vito Crimi che non riescono proprio a mantenere la calma interna in questo periodo.
Così che mentre Draghi auspica all’unità nazionale e ‘all’abbandonare le casacche per pensare al bene del paese’, ecco che un nuovo scossone è pronto a coinvolgere chi ha per oltre due anni amministrato il paese, ma senza portare reale risultati.