Il ritorno a scuola è stato ufficializzato in tutta Italia, ma c’è chi si oppone alla frequenza obbligatoria: ecco cosa sta accadendo.
La didattica in presenza si sta materializzando praticamente in tutta Italia e per tutti i gradi di istruzione. Le polemiche però non mancano soprattutto perché la scuola non viene ritenuta un luogo sicuro per la lotta contro il Coronavirus. Anzi, si pensa che il ritorno in aula degli studenti possa portare una maggiore espansione del contagio del virus.
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Di conseguenza sono numerosi i pareri in merito, ma sono spesso e volentieri contrastanti. Non tutti infatti sono sicuri che quella del Governo sia stata la decisione giusta per la popolazione. Andiamo a scoprire il perché.
La presenza a scuola resta un problema
In oltre 20 città italiane si sono mobilitati gli studenti nelle piazze per chiedere sicurezza e denunciare le conduzioni della riapertura delle scuole. I manifestanti hanno infatti affermato: “Nella maggior parte delle regioni italiane le scuole superiori hanno riaperto, ma in condizioni drammatiche per la sicurezza di studenti e lavoratori, con le classi pollaio, i trasporti sovraffollati e con l’assenza di un adeguato tracciamento dei contagi”.
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La Didattica a Distanza non è ritenuta la soluzione perché aumenta le barriere per il diritto allo studio penalizzando i giovani delle periferie e delle classi popolari come indicano gli ultimi dati. Infatti ci sono ben 34 mila studenti tra i 14 ed i 18 anni che sono a rischio di abbandono.
I manifestanti quindi chiedono: “Servono classi da 15 studenti, assumere insegnanti a tempo indeterminato, aumentare gli spazi scolastici, garantire un numero maggiore di mezzi pubblici e un efficace tracciamento dei contagi con accesso diretto e gratuito ai tamponi per studenti e lavoratori della scuola“.
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“Inconcepibile l’obbligo di frequenza”: arriva l’accusa
A schierarsi fortemente contro il ritorno a scuola è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Vogliamo tutelare il diritto alla salute di tutti coloro che vogliono rimanere a casa, considerato che la scuola ha previsto un sistema alternativo con la didattica a distanza“.
“A scuola vige l’obbligo di presenza, ma durante una pandemia è inconcepibile. Chi pretende di dire ad una famiglia ‘devi portare per forza fisicamente tuo figlio a scuola’, viola il diritto alla salute previsto dalla Costituzione“: così il presidente della Regione che di conseguenza si fortemente contro le norme indicate dal Governo Centrale.