Si è da poco chiuso un anno tragico dal punto di vista economico e sociale. Andiamo a scoprire insieme i numeri dell’imprenditoria italiana.
L’anno da poco concluso è stato uno dei più tragici nella storia dell’Italia, e più in generale, per l’intero pianeta. La pandemia, con l’espandersi del contagio da Coronavirus, ha letteralmente messo in ginocchio l’economia. Numerosi i settori che hanno sofferto la crisi tanto che numerose imprese hanno dovuto chiuder bottega.
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I numeri infatti parlano chiari ed in vista del 2021 sembrano non dare grandissime speranze all’imprenditoria italiana, la quale attraversa già un periodo di crisi, data dalle nuove chiusure e le restrizioni che non permettono di ripartire come si vorrebbe.
I dati riguardanti l’anno 2020
Nell’anno appena trascorso si contano 292.00 iscrizioni mentre sono state 273.000 le cessazioni al Registro delle imprese. Si tratta di un incremento dello 0,32%. Numeri segnalati da Unioncamere e Infocamere, i quali si concentrano in questo caso ai primi mesi dell’anno (nello specifico il trimestre iniziale).
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Di conseguenza l’aumento è fittizio e soprattutto non veritiero, così che ci si attende una netta ripercussione della crisi dovuta alla pandemia al prossimo bilancio. Nei due mesi iniziali infatti il virus non aveva ancora preso possesso delle nostre vite e quindi non s’intravedeva nessuna crisi economica incombente, come invece ha rilevato la restante parte dell’anno.
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Unioncamere in allarme: “Forzato rallentamento delle attività”
Andando però a prendere in considerazione i dati relativi al dicembre 2020, emerge come lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.078.031 unità. Il confronto ci dice come rispetto al 2019 il calo sia netto, con un -17,2%. Numeri che sono stati rilevati da Movimprese e che segnano di conseguenza una grande crisi da questo punto di vista.
A fare un bilancio dell’anno che è stato non poteva che pensarci Unioncamere. Si sottolinea infatti come l’andamento dell’imprenditoria italiana: “sia apparso nello scorso anno complessivamente caratterizzato da una diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia“.
Conclude poi facendo una previsione per i prossimi mesi: “La forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese suggerisce dunque cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici“. Insomma, un’economia che deve quindi ripartire, ma con cautela.