Sul piano pandemico italiano è scattata una grande inchiesta nelle scorse settimane, quest’oggi c’è una nuova ed interessante svolta.
Il Governo è in crisi, lo ha attestato la scelta di Matteo Renzi di ritirare i propri ministri. Nel pieno dell’emergenza sanitaria, c’è quindi da gestire anche una situazione politica critica per il premier Conte, che nelle scorse settimane ha dovuto far fronte alle polemiche in merito al piano pandemico italiano.
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Infatti il presidente del Consiglio, con tutta la sua squadra, sarebbe finito dentro l’occhio del ciclone a causa del piano pandemico. Secondo l’inchiesta condotta da Report, si sarebbe ‘taroccata’ la data dell’ultimo aggiornamento, che sarebbe stata spostata in avanti di dieci anni.
Piano pandemico: di chi è la responsabilità?
La responsabilità in questo caso sarebbe condivisa tra Ranieri, dal 2014 al 2017 direttore generale per la Prevenzione del ministero della Salute italiano e Speranza, attuale Ministro della Salute. La maggioranza non è riuscita però a difendersi, preferendo un silenzio che non dà certezze. Così emerge la nuova indagine della Guardia di Finanza.
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Infatti sono numerosi i dubbi in merito al piano pandemico e sulla sua attuazione. Il Governo infatti avrebbe colpe concrete nella situazione critica che si è andata a creare a marzo, quando nel pieno della pandemia da Coronavirus, l’Italia è andata in grande difficoltà in particolar modo nel Nord della penisola.
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Le indagini della Guardia di Finanza
Dalle indagini delle fiamme gialle emerge una verità scomoda. Infatti, secondo quanto emerge, si starebbe verificando non solo ‘l’aggiornamento’ del piano pandemico, ma anche e soprattutto l’attivazione. Quando l’Oms ha lanciato l’allarme sull’espandersi del virus, il 5 gennaio 2020, non si ha la certezza se l’Italia abbia realmente attivato e applicato il piano.
Questo il passaggio fondamentale degli atti e documenti firmati dai pm di Bergamo e che ha portato la Guardia di Finanza ad acquisire carte negli uffici del Ministero della Salute, dell’Iss, della Regione Lombardia e di numerosi enti.
S’indaga per “epidemia colposa”, un reato tanto grave quanto clamoroso per uno Stato che dovrebbe pensare a difendere la vita dei propri cittadini e che invece sembra aver fatto tutt’altro nei primi mesi dello scorso anno.