Il ritorno nelle scuole sembra essere ormai ad un passo, ma nonostante l’arrivo del vaccino c’è chi è contrario alla Didattica in presenza.
Il vaccino contro il Coronavirus sembra essere la definitiva svolta per il ritorno alla normalità. I contagi però stentano a scendere e molte Regioni sono scettiche in merito alla riapertura delle scuole. Si è davvero sicuri all’interno delle mura scolastiche? Questo è ciò che chiedono in molti, ma una risposta stenta ad arrivare.
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Partiamo quindi col dire che sono ben 15 le Regioni che hanno deciso di non tornare ‘totalmente’ alla Didattica in Presenza. Non si ritiene infatti che con la situazione attuale, relativa all’espandersi del contagio, si possano riprendere le lezioni all’interno degli istituti. Andiamo a scoprire quindi cosa sta accadendo.
Il ritorno nelle scuole non è scontato
Chi sicuramente tornerà tra i banchi sono gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado in Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo. Le ultime due hanno un indice di diffusione del contagio sotto l’1 mentre la prima si attesta sull’1,07, ma ha deciso ugualmente di optare per l’apertura delle scuole. Si è invece deciso per Calabria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Sicilia che il ritorno a scuola per i ragazzi delle superiori è fissato per il primo febbraio.
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Per il Lazio invece la Didattica a Distanza è prevista per i ragazzi delle scuole superiori fino al 17 gennaio. Così come optato anche per Molise e Piemonte. Mentre fino al 24 per Emilia Romagna e Lombardia. Ben più drastica la Lombardia che rimanda il ritorno a scuola al 16 gennaio per le scuole superiori e medie inferiori. Infine fino al 30 gennaio per le scuole superiori.
Ecco chi dice “no”
Andando invece a leggere le ultime decisioni, emerge come per quanto riguarda l’Umbria l’unità di crisi regionale abbia adottato la Didattica a distanza fino al 23 gennaio per le superiori.
Mentre per la Sardegna riapriranno il prossimo 1 febbraio. Di conseguenza le Regioni dove le scuole consentiranno totalmente la didattica in presenza sono Toscana, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Basilicata e Valle d’Aosta. Per le restanti invece apertura che ‘completa’ che viene posticipata con la speranza che possa calare la curva del contagio in tutto il territorio nazionale.