Momenti di panico a Venezia che, a causa maltempo, è stata vittima di una nuova inondazione. Il Mose non è stato attivato.
Il Mose (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), è un sistema di dighe mobili formato da quattro barriere poste davanti il porto della laguna di Venezia. Queste barriere sono formate da 78 paratoie collegate tramite cerniere al fondale marino su un lato. Vengono azionate dalla propria galleggiabilità attraverso espulsione ed emissione d’aria.
Questo sistema di barriere è stato progettato per difendere la città da maree alte fino a tre metri. entre la sua entrata in funzione avviene in previsione di maree superiori a 110 centimetri.
Il progetto è partito nel maggio del 2003 ma la sua realizzazione ha portato a non poche polemiche. Nel giugno dell’anno successivo infatti in un’inchiesta anticorruzione da parte della magistratura sono scattati ben 35 arresti e 100 indagati per tangenti e false fatturazioni.
Il primo risultato positivo dei test, effettuati in condizioni marine di effettiva operatività fu il 23 ottobre del 2020.
Nel corso degli anni sono state tantissime le polemiche intorno al Mose, progetto sul quale la popolazione di Venezia ha mosso parecchi dubbi legati soprattutto sul costo e sul reale funzionamento dell’impianto.
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I più scettici sono stati presto smentito quando il meccanismo è stato attivato pochi giorni fa, evitando un acqua alta eccezionale che avrebbe di nuovo allagato il capoluogo veneto. Tuttavia nella giornata di oggi abbiamo assistito a nuove prooblematiche dopo che il Mose non è stato attivato, causando di conseguenza l’allagamento della città.
Perché però, nonostante sia funzionante, non è stato attivato il sistema di difesa progettato per la città? Le risposte non sono tardate ad arrivare. Sembrerebbe infatti che, essendo ancora in fase di sperimentazione, le barriere sarebbero dovute essere erette in previsione di un innalzamento delle maree di 130 centimetri.
L’errore principale è arrivato da chi avrebbe dovuto prevedere tale innalzamento. A causa del forte vento non è stato potuto calcolare lo stabilizzarsi delle maree. Alle 14 l’acqua ha toccato una massima di 122 centimetri. il Centro maree del Comune ha diramato un avviso che parlava di meteo in peggioramento, prevedendo per le 16,40 un picco di 145 centimetri.
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L’allerta deve essere lanciata 48 ore prima, non solo per permettere non solo l’emissione di ordinanze per la navigazione ma anche per convocare le squadre operative. Fino a questa mattina le previsioni non arrivavano a 130 centimetri. Quando è stato constatato che erano sbagliate era troppo tardi. Piccoli margini di errore ci possono essere, ma non così ravvicinati.
Cinzia Zincone, a capo del provveditorato alle opere pubbliche del nordest, ha aggiunto due particolari: Il primo è che il vento spinga le acque fuori della laguna e faccia quello che oggi non siamo stati in grado di fare. La seconda è che si riesca a fare tesoro di questa esperienza e di aggiornare le procedure.
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