Possibile chiusura delle Alpi: Con il nuovo DPCM in arrivo nelle prossime ore i punti da discutere sono numerosi, l’ Italia si interroga su un’eventuale chiusura dei confini
Nei prossimi giorni assisteremo all’uscita del nuovo DPCM che mostrerà agli italiani come dovranno prepararsi ad affrontare le festività natalizie. Conte parla di una possibile riapertura ai ricongiungimenti familiari ma l’esecutivo insiste: nessun allentamento delle misure.
Alcune indiscrezioni annuncerebbero che il presidente Conte voglia lanciare un forte segnale alla nazione e stia riflettendo su una probabile riapertura delle scuole. Il presidente del Consiglio avrebbe precisato che l’ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Cts.
Ad ogni modo si tratterebbe di porre fine alla didattica a distanza nelle aree gialle dalla metà del mese.
Il premier avrebbe inoltre interrogato alcuni capigruppo su un altra importante questione: Gli spostamenti tra regioni.
Prevedere per il natale lo spostamento tra regioni, non solo per residenti ma anche per ricongiungimenti familiari sarebbe l’ipotesi di Giuseppe Conte. Ma questa possibilità non viene ben vista.
“Bisogna evitare gli spostamenti tra Regioni e mantenere il limite delle 22 per la circolazione: sono 2 punti centrali e imprescindibili del modello di sicurezza che stiamo costruendo insieme”. Queste le parole di Francesco Boccia nella conferenza Stato-Regioni.
Altro punto critico del quale si sta dibattendo è difatti la possibile chiusura dei confini nazionali.
“Questo al fine di evitare che il paese vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, alla conclusione della Conferenza delle Regioni che si è svolta nella giornata di ieri.
Nella riunione del premier con i capogruppo l’ipotesi allo stop del turismo invernale durante il periodo natalizio fa molto discutere. Lo stesso Giuseppe Conte avrebbe affermato che tale misura porterebbe con se numerose difficoltà.
La preoccupazione del governo è che in seguito alla chiusura degli impianti sciistici e degli hotel gli italiani possano recarsi oltre confine creando così un ulteriore danno a livello nazionale.
Il divieto di assembramento dovrà quindi essere il principio fondante su cui si baserà il nuovo Dpcm. Da qui la proposta di chiudere i confini alpini.
Le Regioni tirate in causa Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia insieme alle Province Autonome di Bolzano e Trento, hanno avanzato al Governo una proposta che possa mediare la condizione in cui verte il settore turistico invernale.
In sintesi la documentazione presenta l’opportunità di aprire gli impianti sciistici in occasione delle festività natalizie ai soli proprietari delle seconde case ed agli ospiti degli Hotel.
Questo implicherebbe eliminare perciò i giornalieri e i transfrontalieri recando un minor danno a quel settore che vive di turismo invernale.
Il pendolarismo turistico, difatti, può essere uno dei maggiori problemi del ramo poiché rende più complessa la tracciabilità degli eventuali contatti, creando inoltre possibili affollamenti sugli impianti.
Le misure restrittive degli spostamenti per il Natale potrebbero essere in vigore dal 21 dicembre al 6 gennaio, ma non è da escludere eventuali modifiche delle date.
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