In Italia non si dormono sogni tranquilli con la nuova variante del contagio da Covid che colpisce anche la penisola in questi giorni.
Il Coronavirus sta tornando sempre con più forza in Italia e non solo. Ecco quindi che la grande preoccupazione resta come al solito l’espansione e soprattutto l’indice virale del virus. Andiamo quindi ad analizzare i dati riguardanti gli ultimi giorni, emerge come la variante ‘inglese’ del Covid si propaghi più velocemente.
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Ciò crea ancor più disagio e paura nella cittadinanza in vista di festività natalizie che si presentano a tal proposito caotiche oltre che sofferenti. Le misure già in atto non permettono infatti di festeggiare, né la nascita del Bambin Gesù né l’arrivo del nuovo anno. Insomma, non proprio il massimo alla conclusione di un anno nero per la popolazione.
Ecco cosa sta accadendo in Italia
Ecco quindi che in Italia la situazione rischia di aggravarsi già a partire dai prossimi giorni. Una donna italiana ha riscontrato per la prima volta il genoma del virus covid con la stessa variante britannica. Una scoperta che naturalmente non fa piacere. Secondo quanto appreso, la stessa donna, ha una forte carica virale dello stesso virus.
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Ora è in isolamento domiciliare. Come lei anche tutti i suoi stretti contatti, tra cui la famiglia che non può avere contatti con lei e neanche con gli ambienti esterni. Una costrizione fondamentale per evitare l’espandersi del contagio da Coronavirus.
Covid: la nuova variante che spaventa la popolazione
Intanto in Europa è la Germania lo Stato più attivo per quanto riguarda l’organizzazione di una riunione dell’Ipcr, quest’ultimo meccanismo che deve gestire la crisi. Insomma, si punta a coordinare il paese con la speranza di poter evitare che la nuova variante del virus sia protagonista di una nuova ondata.
“La variante di Sars-CoV2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel sud est dell’Inghilterra, presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta Spike. Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la
trasmissibilità del virus, non sembrano alterare né l’aggressività clinica nè la risposta ai vaccini”: così ha chiuso il Direttore Generare della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.