Da nord a sud Italia l’Italia è tutta a colori, tra zone gialle, arancioni e rosse. Ci saranno dei cambiamenti nei prossimi giorni?
Ormai nel linguaggio di tutti i giorni ci siamo abituati a sentir parlare delle regioni italiane attribuendo a ciascuna un colore, a seconda del livello di gravità di diffusione del virus.
Si era detto che ci sarebbero stati dei cambi di colore a partire dal 20 novembre, ma così non è stato, preferendo di far valere ancora le limitazioni dello status quo.
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Per ora infatti vediamo in zona rossa Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Calabria, Toscana, Campania, Abruzzo e provincia autonoma di Bolzano, dove gli spostamenti devono essere giustificati da una certificazione che garantisca motivi di lavoro, salute o urgenza.
Nelle regioni arancioni, ovvero Liguria, Emilia, Friuli, Marche, Umbria, Puglia, Basilicata e Sicilia, è invece consentito spostarsi all’interno del proprio Comune.
Limitazioni meno restrittive, con generico coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina, sono quelle che interessano le zone gialle, Lazio, Veneto, Trentino, Molise e Sardegna.
A Natale tutta l’Italia potrebbe diventare gialla?
E se da una parte ci sono regioni che chiedono un declassamento del livello di restrizioni previste, non è da escludere che possa invece avvenire un’ulteriore stretta sulle misure anti-coronavirus.
Il panorama è di certo nettamente frammentato in tutta la Penisola: sotto controllo ci sono gli indici di contagio di Puglia, Basilicata e Sicilia, che da arancioni potrebbero diventare rosse.
Le modifiche future sono comunque attese per il 27 novembre, come ha affermato lo stesso presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, data in cui chiederà per la sua regione “di essere trasferiti in area arancione“.
Oggi, per la prima volta dal dall’inizio della nuova ondata, il totale dei ricoveri in Lombardia ha segno negativo (-32)
Potrebbe essere un dato isolato o l’inizio della discesaAggiornamenti in diretta alle 18.15
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— Regione Lombardia (@RegLombardia) November 19, 2020
Tra le previsioni più accreditate anche delle possibili divisioni interne alle regioni, con comuni e province di colore diverso. Lo stesso Conte ha dichiarato che differenziando le zone di una stessa regione sarà poi possibile “adottare misure più rigide nelle province a rischio“.
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I più ottimisti si aspettano che a Natale quasi tutte le regioni d’Italia potranno tingersi di giallo, in modo tale da lasciare aperti i negozi e da garantire la circolazione anche fuori dalla propria regione, fermo restando bar e ristoranti chiusi dopo le 18 e coprifuoco.
Quel che resta da vedere è se i dati raccolti nella settimana dal 9 al 15 novembre, che indica che l’Rt è sceso a 1,18 a livello nazionale, saranno confermati anche tra sette giorni.