Il governo ha disposto copiosi aiuti economici per moltissime categorie, ma alcune sono state toalmente dimenticate.
Il Governo ha presentato l’ultimo decreto, chiamato ‘Decreto Ristori’ perché ha proprio l’obiettivo di ristorare quelle attività e quei lavoratori che a causa della pandemia o delle misure restrittive impiegate per contrastarla hanno perso gran parte del loro introito economico.
Questi aiuti saranno vari tra i settori. I settori che hanno subito una totale chiusura avranno aiuti maggiori, mentre quelli solo limitati a livello orario avranno un aiuti di entità minore.
Ma questa non è la sola condizione, bisogna anche rientrare nelle categorie di cui il governo si è ricordato, che sono tante, tantissime, ma non abbastanza.
Ancora una volta sono esclusi dal ‘Bonus Ristoro‘ molti di coloro si sono già visti preclusi il ‘Bonus Covid‘.
Come ad esempio i lavoratori occasionali che sono anche liberi professionisti, che lavorano con ritenuta d’acconto. L’income annuale di molti di loro infatti non supera la soglia che impone l’apertura della partita Iva o l’iscrizione ai servizi previdenziali, come l’INPS.
L’esecutivo non ha considerato questi lavoratori nei piani di aiuti economici proposti in questi mesi di emergenza. E non li ha considerati neppure sta volta.
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Gli aiuti economici a imprese e partite Iva, le categorie dimenticate:
Tra le categorie dimenticate dagli aiuti economici possiamo trovare i lavoratori con contratto stagionale, che operano in ambiti diversi dal turismo e dalle strutture termali.
I commercianti e gli artigiani che lavorano in esercizi aperti solamente nelle mete turistiche durante l’estate o l’inverno, per citare una categoria particolare.
Oppure i gestori di piccoli Bed&brekfast a gestione familiare, a cui la legge ha sempre permesso di lavorare senza alcun tipo di partita Iva, ma come “attività non imprenditoriale”, pagando semplicemente un fisso a fine anno in dichiarazione dei redditi.