Proteste contro il governo: porteranno a qualcosa?

Le proteste contro il DPCM firmato da Conte si sono inasprite nella serata di ieri, trasformandosi in vera e propria guerriglia urbana in tutta Italia.

proteste guerriglia
proteste guerriglia (web source)

L’Italia che canta dai balconi e che disegna scrivendo “Andrà tutto bene” è solo un mero ricordo in queste ore, dove si contano invece i danni della guerriglia urbana, che ha animato non una parte della penisola, ma la stragrande maggioranze delle città.

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Una popolazione stremata si è riversata in strada, e chi in maniera pacifica, ci invece creando gran caos, portando avanti manifestazioni che sembrano aver sviato l’obiettivo principale: chiedere un aiuto sostanzioso al governo per provar a cambiare le misure restrittive imposte dal DPCM firmato da Conte nella giornata di domenica. Ma in questa maniera, cosa potrà mai cambiare?

Guerriglia urbana: 28 persone denunciate

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proteste (web source)

E mentre i furti non si contano sulle dita delle mani e soprattutto i manifestanti promettono battaglia anche per i prossimi giorni, sono ben 28 le persone denunciate per danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale a seguito degli incidenti verificatesi a Milano. Se si entra nello specifico, si può notare come i numeri facciano ancora più “paura” nello scoprire chi è coinvolto in queste azioni di mera rivolta.

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Sono infatti tredici i minorenni denunciati, tra questi alcuni hanno piccoli precedenti. Andando ancor più nello specifico, sono 18 gli italiani, mentre 10 sono le persone straniere nel conteggio totale. Denunciata anche una ragazza anarchica mentre i restanti non sono riconducibili a gruppi conosciuti.

Proteste, sale l’allerta, ma i risultati quali sono?

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Se in tutta Italia, da Roma a Torino, passando per le isole, sono in corso le indagini per arrestare chi è stato protagonista di gesti indegni, ci si domanda se realmente servino queste manifestazioni. I violenti in piazza e chi ha realmente difficoltà economiche in casa? Questo sembra il prospetto di una serie di giornate nere per l’Italia. Questa modalità di protesta, che danneggia le aziende con i continui furti dei ‘giovani ribelli’, non sembra poter aiutare ad un cambiamento, ad una rettifica del DPCM.

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Anzi, sembra poter trasformarsi in un boomerang, che tornando indietro rischia di inasprire ancor più le misure. Insomma, se le manifestazioni pacifiche sembrano essere inascoltate dallo Stato, quelle violente portano unicamente a denunce, furti e azioni ingiustificate verso le attività commerciali chiuse. Nell’Italia delle contraddizioni, questo rappresenta al momento uno dei più grandi paradossi dell’emergenza sanitaria.

 

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