Si lavorerà in base alle regioni per quanto riguarda il Coronavirus con un approccio totalmente differente. La Sardegna e le Marche sono in difficoltà con la Calabria invece leggermente più rilassata.
La situazione legata al Coronavirus sta precipitando con situazioni diverse che si muovono da nord a sud. I contagi si moltiplicano e arrivano ordinanze da parte delle regioni per riuscire a limitare una situazione da considerarsi davvero molto particolare e difficile da gestire. Sono diversi i provvedimenti che arrivano dai presidenti delle Regioni, ma anche dalle singole città. La ricetta anti Coronavirus non esiste, ma di certo si sta cercando di capire dove muoversi con l’emergenza che torna alta.
Coronavirus, le misure per le varie regioni
Per quanto riguarda il Coronavirus torniamo un attimo a parlare dei casi specifici. In Lombardia è scattato il coprifuoco dalle ore 23 fino alle 5 di mattina fino al 13 novembre. Nel weekend saranno chiusi i centri commerciali per evitare gli assembramenti. Alcuni lavoreranno invece per la didattica a distanza per le scuole secondarie superiori. Il governatore Fontana ha spiegato che al momento non basta chiudere così perché la situazione è drammatica davvero, senza escludere l’ipotesi di un nuovo lockdown totale come era capitato a marzo scorso in tutto il paese.
Passiamo ora a parlare della Campania dove è scattato il divieto di spostamento dalla provincia di residenza verso altre. C’è poi il coprifuoco con l’obbligo di chiudere tutte le attività commerciali dalle 23 alle 5 fino al giorno successivo. De Luca spinge per il lockdown ormai da diverso tempo, perché preoccupato per l’andamento della curva dei contagi che potrebbe portare, a suo dire, a una vera e propria tragedia. L’obiettivo è quello di intervenire il prima possibile per limitare i danni.
Si passa poi al Lazio dove la situazione rimane piuttosto complicata. In Sardegna invece il lockdown sembra essere la strada creta con Solinas che è già pronto a firmare l’ordinanza. Anche nelle Marche la situazione sta precipitando con l’obiettivo di chiudere rapidamente anche se in maniera diversa dagli altri. Si parla di didattica a distanza per il 50% degli studenti che frequentano gli ultimi tre anni del liceo. Sui mezzi pubblico la capienza sarà del 60%.